Notturni Diversi - Venerdì 3 luglio 2020 ore 21.00 Cortino di Fratta

Pubblicata il 30/06/2020

"Notturni di versi" piccolo festival della poesia e delle arti notturne
presenta "Milioni di milioni di milioni di stelle…"                                                   
Guarda quante ce ne sono, oh. Milioni di milioni di milioni di stelle. Ostia ragazzi, io mi domando come cavolo fa a reggersi tutta sta baracca. Perché per noi, così per dire, in fondo è abbastanza facile, devo fare un palazzo: tot mattoni, tot quintali di calce, ma lassù, viva la Madonna, dove le metto le fondamenta, eh? Non son mica coriandoli.
Dal film Amarcord, regia di Federico Fellini, sceneggiatura di Federico Fellini e Tonino Guerra
Presentazione del prof. Sergio Amurri
Seguirà la proiezione del film "Amarcord" regia di Federico Fellini - Premio Oscar Miglior film straniero 1975
Venerdì 3 luglio 2020   ore 21.00
Cortino del Castello
Via Castello, 1
Fratta di Fossalta di Portogruaro

Evento curato dal Circolo di Cinema "Estate violenta" di Portogruaro e patrocinato dall’Amministrazione Comunale di Fossalta di Portogruaro
Prenotazione posti necessaria inviando SMS o messaggio Whatsapp al numero: 3500868227.

Cent’anni fa nasceva a Rimini Federico Fellini. Regista tra i più significativi della storia del cinema, che ha percorso con tratti di indubbia ed esemplare leggerezza e impareggiabile sensibilità poetica, grandissimo orchestratore di immagini, di visioni poetiche e di ritmi narrativi, si è rivelato maestro nel dare corpo alla passione del sogno che invade lo schermo cinematografico, dove i confini dell'immaginazione vanno a coincidere con quelli della realtà senza tuttavia mai essere condizionati da questa. Premiato con cinque premi Oscar: tra cui nel 1976 per Amarcord (1973), frutto del lavoro intrapreso assieme al poeta Tonino Guerra. Stando alla sua biografia - quella specie di grande sceneggiatura di realtà, bugie, sogni e ricordi nella quale aveva trasformato la sua vita (e l’aveva messa in scena un pezzo alla volta, cominciando dal film ), la mamma l’aveva sicuramente portato al cinema Fulgor quando stava ancora nella pancia. Il suo spettatore ideale doveva essere entrato in sala soltanto per aver guardato il manifesto del film, senza prestare attenzione a critiche e interpretazioni. Doveva essere cioè “innocente come un feto” nel buio della sala. Doveva essere un sognatore: “Se qualcuno rivelasse al sognatore prima il significato del suo sogno, questi non vorrebbe più andare a letto, né sognare più”.
 
Cercai Tonino Guerra e gli dissi che volevo fare un film: Amarcord. Tonino è di Sant'Arcangelo, uno dei quartieri più poveri di Rimini, e anche lui aveva da raccontare storie simili alle mie, personaggi che avevano in comune con i miei la stessa follia, la stessa ingenuità, la stessa ignoranza di bambini malcresciuti, ribelli e sottomessi, patetici e ridicoli, sbruffoni e umili. E in questo modo venne fuori il ritratto di una provincia italiana, una qualunque provincia, negli anni del fascismo. (Federico Fellini)
 
Federico voleva fare un film sulla Romagna, tant'è vero che aveva scritto un pezzo su Rimini, la mia città, un pezzo di ricordi. Siccome anch'io ho scritto certamente molto sulla Romagna, specialmente le poesie che messe assieme fanno un libro, allora incrociando le cose, è venuto fuori questo Amarcord. Con Federico si lavora molto bene, anche perché sembra che non si faccia niente. Una cosa di uno scherzo, parlando, ogni tanto si butta giù qualche appunto, così tanto per appuntare, e poi spesso va a finire che l'appunto è quello che resta. Una cosa molto festosa. Se lui propone una cosa e io ho qualche dubbio, se non mi ha convinto lui non la mette, così naturalmente succede con me. È sempre un fatto molto democratico, una collaborazione sempre molto sana, pulita. Giuro che per Amarcord non so proprio se c'è più di mio o di suo. Giuro, non mi ricordo quello che c'è di mio. (Tonino Guerra)
 
Tra i due non ci furono mai scontri. Proprio nel progetto Amarcord, anzi, si consolidò un’amicizia, destinata a durare. Federico non aveva chiamato Guerra perché era romagnolo, come lui, ma sicuramente il successo delle sue poesie, non solo in vernacolo, influenzò molto la scelta di Fellini. Una volta chiesero a Tonino: "dove hai colto il talento più straordinario di Federico?". E lui: "In 10 metri di pellicola". Quelli che gli servirono per far credere a tutto il mondo che il Rex, quella sera, passò veramente davanti al Grand Hotel di Rimini... Tonino si meravigliava di come tutto sul set più sgangherato che avesse mai visto filasse liscio come l’olio. Federico, diceva sempre Tonino, ha un grande pregio: ti lasciava fantasticare, e poi lui prendeva quello che gli sembrava più utile per narrare il suo film.

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