Cenni storici

Pur essendo attraversata da un’importante asse stradale d’epoca romana che collegava la parte meridionale del territorio concordiese con Quadrivium (l’attuale Codroipo), Alvisopoli è meglio conosciuta per la trasformazione urbanistica portata a termine nell’Ottocento dal conte Alvise Mocenigo. I Mocenigo, della casa di San Samuele, erano una delle famiglie più importanti e illustri della Serenissima, che nel Seicento avevano qui acquistato un vasto latifondo con un piccolo centro rurale chiamato “Il Molinat”. Nelle intenzioni del nobile veneziano, il piccolo centro doveva ben presto trasformarsi in una “città ideale”, che doveva portare il suo nome. Egli però non ideò Alvisopoli come una “copia” di altre grandi proprietà terriere, ma volle costruire qualcosa di estremamente nuovo, senza alcun precedente per i criteri con cui la impostò: immaginò un complesso autosufficiente, una polis, dotata di tutte quelle risorse di cui una comunità media ha bisogno. Alle naturali prevalenti risorse d’agricoltura Mocenigo si preoccupò di affiancare un impegno “industriale” che andava dalla filatura alla tessitura, cercando di utilizzare fibre vegetali coltivate in loco. Furono anche introdotte in modo sperimentale la barbabietola e il riso, coltivato con la tecnica delle risaie piemontesi. L’alternanza tra aree umide e terreni asciutti, che aveva caratterizzato prima della trasformazione fondiaria i terreni prevalentemente paludosi di La Villa Mocenigo Alvisopoli, venne regolamentata da una fitta rete di canali di scolo che, dopo circa due secoli, è rimasta pressoché immutata e mantenuta attiva dal locale Consorzio di Bonifica. Anche il piccolo borgo rurale fu radicalmente trasformato dal punto di vista urbanistico: Alvise Mocenigo pianificò, infatti, la costruzione di numerosi fabbricati sia di carattere produttivo che residenziale: le grandi barchesse, la pila per il riso, una fornace per laterizi, il mulino, oltre alle caratteristiche basse case per i contadini che si possono tutt’oggi vedere lungo la strada che conduce a San Michele al Tagliamento. Oltre a tutto ciò, il suo progetto costituisce anche uno dei pochi esempi in cui il concetto utilitaristico della valorizzazione dei propri terreni sia stato nobilitato ed integrato da iniziative culturali di altissimo livello. Si deve al Mocenigo, infatti, la costruzione di una rinomata tipografia che lavorò qui fino al 1814, per essere poi trasferita a Venezia. In seno a quest’ambiente culturale e grazie al mecenatismo del nobile veneziano, Alvisopoli può vantare tra i suoi concittadini il famoso incisore Antonio Locatelli. Figlio del fattore di Alvisopoli e avviato agli studi dallo stesso Alvise, il Locatelli è famoso per aver iniziato la propria carriera artistica con un ritratto di Napoleone e Maria Luisa d’ Austria, consegnato all’imperatore proprio dal Mocenigo.
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