Chiesa di San Luigi

Posta a metà di via Ai Molini, la chiesa di Alvisopoli si presenta oggi al visitatore con la sua facciata neoclassica, ma è ormai certo che l’aspetto attuale a tre piccole navate con sfrondi laterali è il risultato di diversi ed importanti interventi realizzati dalla famiglia Mocenigo nel periodo della loro presenza in queste terre. L’impianto originario, fatto costruire nel 1720 da Antonio Mocenigo, era un piccolo tempio ad una navata con orientamento canonico, le cui fondamenta sono venute alla luce nel corso dei recenti interventi di restauro dell’edificio. Questa struttura doveva però avere carattere temporaneo, in quanto era intenzione di Alvise Mocenigo di erigere una grande chiesa al termine dell’attuale via Ai Molini. Tale proposito non trovò seguito a causa di problemi di natura economica e, dal 1805, Alvise Mocenigo diede quindi inizio ad alcuni importanti lavori di ampliamento del primitivo edificio sacro, avvalendosi dei consigli dell’architetto Balestra e del famoso scultore Antonio Canova. L’aspetto attuale della chiesa si deve alla volontà di Lucia Memmo, moglie di Alvise, che, nel 1843 volle la costruzione del coro, delle due navate laterali, provvide agli arredi sacri e traslò qui importanti opere Madonna del Latte, olio su tela del XVII secolo. d’arte dall’oratorio di San Pietro in Ca’ Memo di Cendon di Treviso. Fra queste spiccano per bellezza i due angeli marmorei, ora situati specularmente ai lati del coro e recentemente attribuiti al fiammingo Giusto Le Court. Solo nel 1881, con l’erezione delle due nicchie laterali, la chiesa assunse le dimensioni attuali. Autentico scrigno d’interessanti opere d’arte, la chiesa di San Luigi raccoglie oggi al suo interno gli originali banchi intagliati con lo stemma dei Memmo, il seicentesco tronetto ligneo con la statua di Sant’Antonio, il bellissimo cotto Cristo nell’Orto degli Ulivi, il piccolo dipinto su marmo raffigurante La Crocifissione e le stazioni della Via Crucis, incisioni di scuola romana datate 1782. All’esterno della chiesa si alza il campanile eretto nel 1907 su disegno dell’architetto Piccolo ad imitazione del campanile di Torcello. La piccola chiesa ospita anche le spoglie di numerosi componenti della famiglia Mocenigo, come risulta dalle lastre tombali presenti ai piedi del coro. Alla periferia di Alvisopoli, lungo la strada provinciale che conduce a Fossalta, si incontra sulla destra uno spazio erboso dove si trova un piccolo oratorio dedicato a San Biagio. Esso era, in realtà, un edificio molto più grande e di antichissima costruzione. La tradizione locale vuole che la chiesa di San Biagio fosse la più antica tra quelle erette nel territorio fossaltese e che sia stata utilizzata a lungo come chiesa parrocchiale al posto di quella del capoluogo. Il culto di San Biagio portò qui numerosi pellegrini e la chiesa fu sempre al centro di una forte devozione popolare. Dai documenti d’archivio sappiamo che essa ospitò nel ‘400 gli artisti che erano impegnati nella decorazione della chiesa di San Zenone di Fossalta, ma del loro passaggio l’oratorio non conserva oggi più nessuna traccia. L’edificio, infatti, fu in larga parte demolito nel 1787, con lo scopo di riutilizzare il materiale edilizio “con l’obbligo preciso di passare quei materiali nella fabbrica del campanile tanto desiderato da tutto il popolo”. Chiesetta di San Biagio
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