IL CAMMINO DI SANT'ANTONIO ... "Tra Terra e Spirito"

Pubblicata il 22/06/2012
Dal 22/06/2012 al 22/06/2012

a Sant'Elena, trenta persone sedute attorno ad un tavolo, la domenica pomeriggio del 4 Dicembre nella sala del consiglio del Municipio di Sant'Elena che parlano di futuro.

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Gente al Lavoro a Sant'Elena

Domenica 4 Dicembre 2011
Inizia oggi il Laboratorio di Progettazione Partecipata del GAL Patavino e GAL Bassa Padovana,
insieme a IUAV Università di Venezia e Università degli Studi di Padova.
Durante la mattina è stato portato a termine l'allestimento della sede del Gal a Monselice che sarà la
sede della partecipazione aperta al pubblico fino al 12 Dicembre, quando avverrà il trasferimento a
Saletto.
Per l'allestimento si è provveduto a disporre, lungo tutto il perimetro della sala, una serie di pannelli
recanti materiale illustrativo ed informativo:
- tavola “uso del suolo” che presenta i diversi usi del suolo (aree agricole, aree a destinazione
produttiva o residenziale, cave, discariche, etc.);
- tavola delle “reti infrastrutturali ed accessibilità”, le vie d'accesso al territorio dell'area target
per i diversi modi di trasporto, strade e autostrade, ferrovie, vie d'acqua navigabili e non,
percorsi ciclo-pedonali;
- tavola “ambiente e paesaggio” per tutte le valenze ambientali e paesaggistiche: zone SIC e
zone ZPS (zone protezione speciale, aree di valenza ambientale), centri storici, le ville e,
utilizzando il database dell'università di Padova, i palazzi, le chiese, i parchi e i giardini;
- 4 proposte di itinerario per il cicloturismo: “Anello dei Colli”, “Giro delle Città Murate”;
“Giro della Bassa Padovana” e l'itinerario “Tra terra e spirito”, presentato sia come schizzo
che ne mette in rilievo la strategia seguita, sia come disegno tecnico fatto su carta tecnica
regionale;
- tavola sulle risorse turistiche del territorio dell'area target;
- tavola dell'analisi “Swot”, un acronimo che indica l'analisi compiuta a partire dai punti di
forza e di debolezza dell'area, cui segue una valutazione delle opportunità e delle sfide ad
esse connesse;
- pannello per la spiegazione degli obiettivi dell'iniziativa dei Gal con particolare rilievo ai
bandi pubblici e alle misure finanziabili.
Il materiale presente nel Laboratorio di Progettazione Partecipata a Monselice è stato pensato
perché sia possibile l'interazione con i visitatori: indicazioni, spunti, idee e proposte possono essere
appuntati sulle diverse tavole con post-it oppure segnando le mappe, opportunamente protette da
lucidi. Il Laboratorio di Progettazione Partecipata ha due anime, una “stanziale” ed una itinerante
per una forma di “partecipazione a domicilio” essendo previsti anche incontri con il territorio,
rappresentanti politici e società civile. Per questo, parte del materiale è trasferibile, al fine di
garantire a tutti le medesime opportunità di contribuzione ed informazione.
Approntata la sala e disposti i materiali, il momento di mettere alla prova l'iniziativa di
partecipazione si è presentato con l'arrivo dei primi due visitatori che hanno arricchito il
Laboratorio con il proprio contributo:
La versione itinerante del laboratorio era anch'essa pronta per la prima prova e l'occasione si è
subito presentata. Dove? A Sant'Elena.
Briefing dei ricercatori a Monselice per la preparazione dell'incontro, controllo del materiale
informativo da esporre, computer, pile per i registratori. Tutto è pronto.
A Sant'Elena
Trenta persone sedute attorno ad un tavolo, la domenica pomeriggio del 4 Dicembre nella sala del
consiglio del Municipio di Sant'Elena che parlano di futuro. E di itinerari da percorrere a piedi o in
bicicletta, per soddisfare il bisogno di verde, arte, storia e cultura oppure alla ricerca di una
esperienza spirituale da declinare nelle dimensioni religiose e del sacro.
Subito si è allestita la sala, disponendo le mappe e caricando sui computer i materiali video di
presentazione. Poi l'idea di provare una nuova disposizione dei partecipanti, utilizzando il tavolo del
Consiglio comunale con la classica forma a U. Per l'amministrazione di Sant'Elena, che ospita
l'iniziativa, sono presenti il vice-sindaco, un assessore, due consiglieri e il sindaco, il quale ha
provveduto ad informare la popolazione della visita del Laboratorio di Partecipazione con una
lettera in cui fornisce un'interpretazione tale da attivare il contesto locale che ha risposto
positivamente nella forma della partecipazione di una nutrita rappresentanza della società civile.
“Tra terra e spirito”
La presentazione di introduzione a cura dell'amministrazione fornisce una spiegazione puntuale dei
motivi dell'incontro e contestualizza ancor meglio l'evento, inquadrandolo nei termini di potenziali
occasioni di sviluppo dell'area derivanti da una riconsiderazione delle risorse presenti nel territorio.
L'amministrazione provvede, inoltre, alla ricostruzione delle precedenti relazioni con i Gal delle
quali hanno beneficiato alcuni attori locali e, quindi, presenta il Gal ricordandone ruolo, funzioni,
obiettivi.
Il motivo formale dell'incontro è la discussione di una proposta di itinerario chiamata “Tra terra e
spirito” che si rifà al Cammino Lungo di Sant'Antonio e lo amplia, arricchendolo di percorsi e
diramazioni capaci di indurre i visitatori a fermarsi e soggiornare.
A discutere della proposta-itinerario “Tra terra e spirito”, si è riunito un gruppo di persone disposte
a mettere a disposizione la propria esperienza con i luoghi in cui vivono e, facendolo, ricostruire un
territorio che è ricco di relazioni umane almeno tanto quanto lo è di natura, storia, arte. Lo si
capisce dalla comunicazione concitata, densa, ricca e rispettosa con cui i partecipanti provano a
restituire, attraverso la sintesi delle parole, quello che da sempre fanno, anche senza la necessità di
dirlo.
Partecipano l'associazione “Amici di Santiago” di Monselice, tra i quali anche il curatore del sito
www.magicoveneto.it, la quale provvede alla promozione del pellegrinaggio, sia a piedi sia in
bicicletta. Proprietari di bed&breakfast, agriturismi e fattorie didattiche; artisti che danno forma alla
materia del e nel territorio; un assessore, due consiglieri e le associazioni operanti nel sociale;
organizzatori del “Cammino di Sant'Antonio”; il parroco, il sindaco e il panificatore; uno scrittore e
storico e un cittadino attivo e attento alle criticità del suo territorio; un produttore di birra artigianale
e un “testimone” del Cammino di Sant'Antonio che ha percorso centinaia di chilometri segnando
con frecce gialle il passaggio dei pellegrini ed altri testimoni del pellegrinaggio.
I ricercatori IUAV si dispongono e si propongono in modo tale da risultare assolutamente secondari
rispetto all'evento. In modo almeno in parte casuale, infatti, si “fanno da parte” il tanto necessario a
lasciare lo spazio affinché avvenga la partecipazione: anziché provvedere ad una comunicazione
unidirezionale, in cui chi ascolta è altro rispetto a chi racconta, i confini si dissolvono e tutti
diventano partecipanti attivi nella misura in cui si approfitta dell'occasione per scambiarsi idee,
discutere problemi ed affrontare questioni direttamente e tra pari, anziché semplicemente raccontarli
a quanti dovrebbero, almeno sulla carta, essere solo recettori di quanto emerge dal dibattito.
L'esposizione della proposta di itinerario è a cura dei ricercatori, dei quali uno resta vicino alle
mappe per segnare in tempo reale le idee e proposte prodotte dall'assemblea mentre un altro annota
le questioni via via emerse in un documento scritto su un computer e proiettato sul muro perché sia
visibile a tutti.
Il metodo
“Siamo qui per ascoltare le vostre idee e proposte: non siate timidi”.
La parola chiave dell'incontro è “pretesto” perché è chiaro fin da subito che l'idea di sviluppo e
valorizzazione del territorio è tale da non poter essere circoscritta alla sola proposta di itinerario.
Questo è il pretesto dell'incontro usato per aggiornarsi su ciò che si sta facendo, ognuno nel proprio
microcosmo e rendere disponibili queste informazioni affinché, scambiandole, ne emergano
proposte davvero mirate ad una valorizzazione ampia e pervasiva del territorio anche oltre
l'itinerario. Si tratta dell'incontro di due tipi di conoscenza: uno formale, che prende vita dallo studio
delle mappe, dalle rilevazioni sul territorio, dall'analisi delle criticità, potenzialità, risorse e sfide; e
un tipo informale, che nasce dalle pratiche d'uso del territorio ed emerge dai racconti delle persone.
Emergenze
Cammini religiosi e sviluppo economico. Considerato lo spirito che anima tali esperienze,
sembrerebbe che il pellegrino “che si accontenta” in realtà costituisca un possibile motivo di
dinamismo economico, nei termini di bar, ristoranti, pizzerie, alloggi. A questo si aggiunge
l'opportunità di sviluppare il settore di commercio elettronico al fine di aprire una modalità di
mercato in rapida diffusione ai prodotti enogastronomici del territorio. Esistono già interventi per la
valorizzazione di questi prodotti ma manca ancora tanto da fare e soprattutto una concertazione
degli sforzi in tal senso.
Problema: gli itinerari hanno una forma circolare mentre i pellegrini fanno un percorso verso una
meta determinata. Quindi, occorre distinguere tra pellegrini e camminatori. Certo, entrambi
esplorano, si muovono e conoscono; tuttavia i camminatori godono di una maggiore libertà nella
preparazione e nella conduzione del viaggio. Anche l'ipotesi di proporre l'itinerario quale alternativa
al cammino religioso non pare plausibile, considerato che il cammino del pellegrino è fissato e ha
valore anche in quanto coerente con una tradizione religiosa che si intende rivivere.
Ma è proprio l'esperienza dei pellegrini che testimonia la presenza di un patrimonio naturalistico ed
architettonico straordinario ma non valorizzato e in stato di abbandono, successivamente alla
riconversione economica che ha annullato la centralità della terra per lo sviluppo. Frequente l'uso
dell'espressione “recupero” in un senso più ampio che abbraccia non solo l'intervento fisico sul
patrimonio dei beni materiali: recupero come nuovo modo di riconoscimento dell'esistente, di
veicolo per l'informazione di quanto si ha a disposizione anche all'interno della stessa comunità
custode di un patrimonio che tende a disperdersi spesso perché non conosciuto. Così l'abbinamento
dei formaggi locali con le salse preparate con prodotti tipici locali, il prosciutto d'oca, il pollo “latte
e miele”, la polenta con farina di fagioli sono parte di un patrimonio di cui occorre innanzitutto
riappropriarsi, al fine di “farlo capire” e quindi renderlo fruibile ad un pubblico di turisti.
“Le cose belle che rendono prezioso questo territorio sono ancora là fuori. Siamo noi che non siamo
più capaci di vederle”.
Il recupero della campagna, in questo senso, passa anche per le iniziative mirate al presidio della
campagna che provvedano alla tutela e alla valorizzazione attraverso, per esempio, la
piantumazione.
Campagna Saline ha beneficiato di un contributo Gal con l'ausilio dell'amministrazione di
Sant'Elena per la ristrutturazione di una stalla per farne una fattoria didattica e la produzione del
Filò.
La “Villa Miari” viene indicata come un concentrato di storia e significati per Sant'Elena. Fruibile
in parte, potrebbe diventare il simbolo del paese ma la mancata partecipazione dei proprietari non
consente ulteriori valutazioni.
Esiste un tessuto fitto di leggende e racconti i cui fili si intrecciano attorno ai luoghi, alle ville, ai
monumenti che occorre salvare dall'oblio. Una forma di recupero, così come prima inteso, potrebbe
essere quello di affidare all'arte il compito di dare forma al patrimonio culturale al fine di renderlo
visibile; l'interessante esperienza di un artista scultore e pittore del luogo induce a pensare ad un
arricchimento dell'iniziativa della “micro-vacanza” (un'interessante esperienza - “in vacanza con il
Sindaco” per la quale Sant'Elena ha ricevuto riconoscimenti e notorietà nazionali) attraverso il
confezionamento di micro-pacchetti turistici a tema.
Proposte per collegare manifestazioni, sagre e fiere ai flussi di pellegrini e camminatori. In questo
senso, occorre mettere un'indicazione nei portali web delle Istituzioni locali che riporti alla Basilica
del Santo di Padova. La parte del Cammino del Santo che passa per l'area target è sprovvista di
segnaletica “ufficiale”, fatte salve le personali iniziative di alcuni pellegrini. Occorrono anche le
autorizzazioni per apporle.
Si sfruttano gli scenari messi in campo dalle riflessioni sui pellegrini per far emergere un nuovo
modo di pensare al turismo nell'area che faccia proprie le attitudini dei pellegrini, in uno slogan
“vieni, guarda, gusta... e torna”. Non tanto una forma di turismo spot, quindi, quanto una proposta
di fidelizzazione del turismo all'area in esame. Critiche rivolte al fiorire di iniziative definite
“artificiose” alcune anche rasenti il falso storico, come il “Palio di Monselice”. D'altronde, non
sempre la storia consente interventi a supporto della veridicità delle manifestazioni. Nemmeno per il
Cammino del Santo è possibile una piena ricostruzione storica.
Provvedere alla segnaletica informativa e/o totem che rendano praticabile ed accogliente il territorio
24/7 e potenziare il marketing dei “Cammini” attraverso i quali veicolare la valorizzazione del
territorio. Costituire reti di Gal per la soluzione di problemi e il soddisfacimento di necessità più
ampie rispetto al territorio pertinente a ciascun Gal. Ma attenzione all'opportuna valutazione della
necessità degli interventi: molti dei partecipanti sono a conoscenza della creazione di opere ed
interventi lungo il Cammino di Santiago definiti inutili.
Sant'Elena è un comune demograficamente giovane rispetto a quelli circostanti, con un elevato
tasso di natalità e una costante espansione degli insediamenti abitativi. L'iniziativa “Sant'Elena Lab”
provvede a mettere in cantiere iniziative rivolte alle fasce giovani della popolazione e potrebbe
essere un laboratorio cui affidare specifiche iniziative di promozione culturale del territorio.
Il Cammino di Sant'Antonio è stato definito “la spina dorsale” da usare per reggere un impianto
territoriale omogeneo per obiettivi e finalità. Ma occorre ricordare che la percorribilità del
Cammino è fattibile solo da marzo a settembre perché la manutenzione, necessaria ed inesistente in
ampie tratte, lo rende di fatto impraticabile in caso di pioggia. Non sono disponibili adeguate
piazzole di sosta, problema estensibile anche alle piste ciclabili quasi interamente ultimate (Anello
dei Colli) dove si lamenta la mancanza di verde e la necessità di provvedere alla piantumazione.
L'amministrazione considera il possibile uso della “Barchessa” ove ospitare iniziative di
promozione ma anche dove affidare un punto informativo alla cura dei bimbi diversamente abili,
realtà a cura della comunità intera e dell'associazione dei genitori Age Speciale, che propone anche
la possibilità di attivare un campo estivo ed attività ricreative mirate all'impostazione di una'esitenza
di vita indipendente dei bimbi una volta divenuti adulti.
In questo frangente interviene il partecipante della Campagna Saline che offre la disponibilità della
propria struttura per ospitare le iniziative di Age Speciale. E l'incontro di Sant'Elena, pensato per la
progettazione partecipata di una proposta di itinerario, raggiunge qui il massimo grado di
partecipazione, nel momento in cui riesce ad attivare nei partecipanti la formazione di una
dimensione civica dello sviluppo non più e non solo economico.
Sviluppo come recupero e potenziamento e valorizzazione di persone, di storie, di paesaggi e di
cibo; accoglienza per i pellegrini, i camminatori, i turisti e gli abitanti: tutti hanno necessità di
ristoro, tutti si aspettano informazioni reperibili sull'ospitalità, tutti vorrebbero trovare una
fontanella per rinfrescarsi. Oppure, sapere di poter deviare il percorso e trovare un bicchiere di birra
prodotta artigianalmente da gustare mentre visita un laboratorio artistico dove le sculture di erba
medica propongono al visitatore – e all'abitante - un modo completamente alternativo di “vivere la
Bassa”.


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