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Il fiume Po

 

Il Po è un fiume dell'Italia settentrionale. La sua lunghezza, 652 km, lo rende il più lungo fiume interamente compreso nel territorio italiano, quello con il bacino più esteso (circa 71 000 km²) e anche quello con la massima portata alla foce, sia essa minima (assoluta 270 m³/s), media (1 540 m³/s) o massima (13 000 m³/s).
Ha origine in Piemonte, bagna tre capoluoghi di provincia (nell’ordine Torino, Piacenza, Cremona) e segna per lunghi tratti il confine tra Lombardia ed Emilia-Romagna, nonché tra quest’ultima e il Veneto, prima di sfociare nel mare Adriatico in un vasto delta con 6 rami. Per la maggior parte del suo percorso il Po scorre in territorio pianeggiante, che da esso prende il nome (pianura o valle padana).
In ragione della sua posizione geografica, della sua lunghezza, del suo bacino e degli eventi storici, sociali ed economici che intorno ad esso hanno avuto luogo dall'antichità fino ai giorni nostri, il Po è riconosciuto come il più importante corso fluviale italiano.

Idronimo

Il fiume Po era geograficamente conosciuto già ai tempi della Grecia antica col nome di ἨριδανÏŒς, Eridanós (da cui il latino Eridanus e l'italiano letterario Eridano); in origine stava ad indicare un fiume mitico, indicato grossolanamente a sud della Scandinavia, e formatosi dopo l'ultima glaciazione europea (Würm).
Le prime fonti storiche sono nella teogonia greca di Esiodo (VI secolo a.C. circa), come nome di uno dei tanti figli del titano Oceano e la ninfa Teti, e dai quali derivano vari nomi di fiumi europei. Tale nome fu poi ripreso dallo storico Polibio nel II secolo a.C.[3], dove Eridanós era uno dei figli di Fetonte, caduto in un fiume durante una gara di bighe o carri, tanto da attribuirgli anche la porta dell'Ade, e cioè gli inferi, secondo la mitologia greca, ma anche il titolo di un principe dedito ai culti egizi, figura che compare spesso in antichissime leggende su Torino.
Tuttavia, il nome avrebbe radici ancor più antiche; sia in accadico che in sumerico, ma anche in altre radici semitiche, Eridu voleva dire genericamente un luogo o città di comando situata presso un fiume, citando, ad esempio, una omonima cittadina mesopotamica risalente al XX secolo a.C.; parimenti, altre fonti storiche ci narrano che vi fu una piccola "Eridu" costruita anche nei pressi del Delta del Po, sul Mare Adriatico[4]; d'altra parte, il nome Eridanós contiene l'antichissima radice semitica (*rdn), che è comune ad alcuni altri nomi di fiumi quali Rodano, Reno, Danubio, Giordano. Sempre nella Grecia antica, esisteva un piccolo fiume chiamato Eridanos (da molto tempo in secca), che sorgeva dalle alture dell'Attica orientale, e si gettava nel Mar Egeo passando per la necropoli di Ceramico, nella parte sud della città di Atene.
Per i celto-liguri, che comparvero soltanto a partire dal IX secolo a.C. circa, il vecchio nome del Po era invece Bodinkòs o Bodenkùs, da una radice indoeuropea (*bhedh-/*bhodh-) che indica "scavare", o "render profondo", la stessa radice da cui derivano i termini italiani "fossa" o "fossato", indicando così tutta la depressione geografica della zona fluviale padana.[5] Quindi, l'antico nome latino Padus - da cui l'aggettivo padano - deriverebbe, secondo l'opinione più diffusa, dalla stessa radice di bodinkòs; secondo altri però, deriverebbe da un'altra parola celto-ligure, pades, indicante una resina prodotta da una qualità di pini selvatici particolarmente abbondante presso le sue sorgenti.
Il nome italiano Po si ottiene quindi dalla contrazione del latino Padus > Pàus > Pàu > Pò. In diverse lingue slave (ceco, slovacco, polacco, sloveno, serbo, croato) ma anche nelle lingue romanze, quali il romeno, spesso si usa ancora chiamare questo fiume Pad o Padus. Parimenti, negli aggettivi di lingua italiana, che solitamente ereditano la vecchia radice latina, esistono ancor oggi le parole paduano, padano, pianura padana, fino a Padania, il cui utilizzo si è maggiormente diffuso a partire dagli anni novanta.

Importanza

Il Po attraversa con il suo corso gran parte dell'Italia settentrionale, da ovest verso est percorrendo tutta la Pianura Padana.
Sulle sue rive abitano circa 16 milioni di persone e sono concentrate oltre un terzo delle industrie e della produzione agricola italiana, così come oltre la metà del patrimonio zootecnico. Ciò rende il Po e il suo bacino una zona nevralgica per l'intera economia italiana ed una delle aree europee con la più alta concentrazione di popolazione, industrie e attività commerciali.