Vaccinazioni

Per proteggere i nostri amici a quattro zampe dalle principali malattie infettive è necessario seguire un adeguato programma vaccinale. I vaccini sono infatti una valida risposta alla prevenzione delle malattie infettive che altrimenti potrebbero causare gravi sofferenze o addirittura la morte dell'animale stesso.
Inoltre per un aumentato turismo canino le vaccinazioni assumono un'importanza maggiore rispetto al passato. 
Le vaccinazioni del cane
Prima di ogni vaccinazione è buona abitudine far visitare il cane, dal proprio veterinario, per appurare il suo stato di salute e fare un esame delle feci per controllare che non ci siano parassiti intestinali.
Le vaccinazioni vanno effettuate di solito intorno al 50° - 60° giorno di età e a scadenza annuale vanno ripetuti i richiami, fatta eccezione per la leptospirosi che può essere ripetuta ogni sei mesi in cani a rischio come quelli da caccia.
E' meglio rimandare la vaccinazione, se il cucciolo ha problemi di salute oppure, se si tratta di una femmina in calore o in gravidanza isterica.
E' necessario che dopo la vaccinazione per almeno 15 giorni il cane non subisca interventi o quant'altro. 
Le vaccinazioni consigliate sono: 
Cimurro
Il Cimurro è provocato da un virus che colpisce più apparati ed in particolare l'apparato respiratorio, il sistema nervoso e l'apparato gastroenterico. Questa malattia infettiva può manifestarsi in svariate forme e gravità, infatti si va dall'assenza di sintomi a una malattia grave con o senza coinvolgimento del SNC, che si accompagna nel 50% dei casi alla morte. Crisi epilettiche e mioclonie con iperestesia e depressione predominano in caso di coinvolgimento della sostanza grigia (evoluzione acuta); atassia, paresi, paralisi e tremori muscolari sono associati al coinvolgimento della sostanza bianca (evoluzione subacuta).
La terapia è sintomatica e l'unico approccio efficace per la profilassi del cimurro è la vaccinazione. 
Epatite infettiva
L'Epatite infettiva del cane non ha nulla in comune con l'epatite virale dell'uomo, ma come quella umana colpisce il fegato. L'infezione viene trasmessa per via orale e determina, dopo un periodo di incubazione (2 - 5 giorni), una profonda depressione, anoressia, vomito, dolori colici e febbre oltre i 40°C.
Anche questa infezione è molto grave e porta spesso ala morte dell'animale. 
Leptospirosi
La leptospirosi è causata da una spirocheta filamentosa e mobile (L. canicola, L. ictero-haemorrhagiae e L. grippotyphosa) che infetta molti animali selvatici, domestici e l'uomo. Diversi sierotipi infettano i cani e i gatti, ma la malattia si manifesta clinicamente solo nei cani. L'infezione è disseminata dagli animali, (roditori e altri animali selvatici o cani infetti) che eliminano il microrganismo attraverso le urine. I microrganismi penetrano attraverso la mucosa o attraverso la cute e è anche possibile una trsmissione transplacentare, venerea o attraverso morsicature. La Leptospirosi si manifesta dopo 4 - 12 giorni dall'infezione, i primi organi bersaglio sono i reni ed il fegato; i segni clinici della malattia sono: ipertermia, anoressia, vomito, riluttanza al movimento, disidratazione delle mucose e congestione, collasso e morte improvvisa in alcuni animali. L'infezione decorre in forma subclinica nei cani adulti e vaccinati (immuni) e in tutti i gatti.
Anche in questo caso la vaccinazione dei cani con vaccini inattivati rappresenta l'unico mezzo a disposizione capace di prevenire la malattia. 
Parvovirosi
La Parvovirosi o gastroenterite emorragica infettiva è una malattia a rapida insorgenza.
Si manifesta con dolore addominale, febbre, vomito a contenuto ematico e diarrea sanguinolenta che porta in breve a disidratazione e morte nei casi gravi. Oltre ai problemi gastroenterici possono verificarsi anche quelli respiratori dovuti all'interessamento del miocardio, nei cuccioli, a volte, la sindrome cardiaca costituisce l'unico elemento caratterizzante della malattia e si conclude con la morte improvvisa senza alcun sintomo premonitore.
La malattia è altamente contagiosa, per l'elevata resistenza nell'ambiente del virus.
Per questa ragione l'unica misura preventiva risulta la vaccinazione, spesso praticata precocemente.
Piroplasmosi canina
La Piroplasmosi canina è una malattia protozoaria, trasmessa da zecche infette che determina la distruzione dei globuli rossi e gravi reazioni di tipo immunitario. La sintomatologia può essere di tipo cronico (sub-ittero, dimagrimento, febbre intermittente, lieve anemia, ascite, nefropatie) o acuto (anemia, anoressia, febbre, ittero, emoglobinuria, morte entro 3 - 10 giorni).
Come profilassi bisogna evitare di condurre i cani nelle zone infestate da zecche o quantomeno usare prodotti antiparassitari e/o repellenti.
Comunque la miglior prevenzione è anche in questo caso il vaccino. 
Rabbia
La Rabbia è una malattia infettiva trasmissibile dall'animale all'uomo. In talune zone settentrionali del nostro paese è ricomparsa la così detta rabbia silvestre e quella dei chirotteri (pipistrelli). La volpe quindi, seguita da alcuni mustelidi (tassi, faine e martore), rappresenta un serbatoio del virus. Questo è un virus poco resistente nell'ambiente per cui il contagio tra un soggetto infetto e uno recettivo si realizza soprattutto, ma non necessariamente, attraverso morsicature. Tutte le specie animali a sangue caldo sono soggette all'infezione, sebbene per ogni specie esista una sensibilità particolare.
Attualmente la vaccinazione dei cani con vaccini inattivati rappresenta l'unico mezzo a disposizione capace di prevenire la malattia, comunque l'ampia diffusione delle misure di prevenzione ha ridotto il rischio di contrarre la rabbia a zone assai limitate del nostro territorio. Il vaccino contro la rabbia può essere fatto solo dopo il sesto mese di vita ed è consigliato soprattutto se si porta il cane in zone a rischio dove esiste ancora la possibilità di contagio. 
Tracheobronchite infettiva
La Tracheobronchite infettiva o tosse dei canili è una malattia che viene provocata da più agenti infettivi (adenovirus canino 2, parainfluenza, herpes virus, etc.) e che può determinare gravi forme di broncopolmonite o fastidiose epidemie di tosse. La malattia è caratterizzata da tonsillite, scolo nasale, tosse e febbre.
Dato il coinvolgimento di più agenti infettivi e la conseguente presenza di infezioni secondarie, per ridurre la gravità dei sintomi può essere utile l'utilizzo di antibiotici e chemioterapici. Rimane comunque la vaccinazione il miglior modo per evitare questa spiacevole infezione.
 
Le vaccinazioni del gatto 
Anche per quanto riguarda la salute del gatto è importante la vaccinazione.
Ci sono infatti affezioni proprie della specie felina, altamente contagiose che si trasmettono soprattutto per contatto diretto tra animali malati e sani attraverso la saliva infetta, secrezioni nasali, oculari, le feci, ma che possono in talune forme, diffondersi per via transplacentare o attraverso il latte della madre. Si consiglia perciò di vaccinare il gattino a partire dall'ottava settimana di vita con due dosi da ripetersi a distanza di 3-4 settimane e quindi annualmente. L'animale deve essere sottoposto preventivamente a sverminazione e il veterinario dovrà accertare lo stato di buona salute prima dell'inoculazione del vaccino. I vaccini attualmente in commercio sono caratterizzati da un elevato grado di efficacia ed innocuità, per cui sono quasi inesistenti gli eventuali effetti secondari che possono manifestarsi. 
Le vaccinazioni consigliate sono: 
Calicivirosi
Insorgenza improvvisa con scolo oculonasale, ulcere su lingua, palato, labbra e naso, dispnea dovuta a polmonite, zoppia, febbre. La trasmissione di questa malattia avviene per via area perciò i fattori di rischio sono oltre alla assenza di vaccinazione l'insufficiente areazione, i gattili e comunque ogni contatto tra animale infetto e animale sano. 
Clamidiosi
Infezione delle vie aeree superiori (naso, gola, trachea) sostenuta da Chlamydia psittaci. I segni clinici di questa malattia sono: starnuti, occhi acquosi, tosse, congiuntivite cronica, blefarite e nella femmina gravida può determinare aborto. Anche in questo caso come prevenzione si consiglia la vaccinazione a partire dall'ottava settimana di vita e con richiami annuali. 
Leucemia felina (FELV)
Il virus della Leucemia felina causa nel gatto patologie da immunodeficienza e neoplasia. L'incidenza dell'infezione è maggiore nei soggetti dagli uno ai sei anni di età. I sintomi cambiano a seconda che si tratti di patologia neoplastica o non neoplastica. I segni clinici in generale sono: rinite, cheratite, congiuntivite, diarrea persistente, gengivite, stomatite, infezioni croniche alla cute e orecchio refrattarie a terapia.
Il virus si trasmette da gatto malato a gatto sano attraverso morsi, leccamento reciproco del pelo, condivisione ciotola e lettiera, allattamento.
Anche per questa patologia è importante la vaccinazione, soprattutto per quei gatti che escono o che occasionalmente (per esempio durante le vacanze estive) possono incontrare altri gatti. 
Panleucopenia felina
La Panleucopenia o gastroenterite infettiva è molto simile alla Parvovirosi del cane. E' anche questa una malattia di natura virale che si manifesta con vomito, diarrea, disidratazione e elevata mortalità ed è estremamente contagiosa in quanto il virus, eliminato dagli animali infetti nell'ambiente, è molto resistente agli agenti esterni e al tempo. Nei gatti non vaccinati rappresenta l'infezione più grave e diffusa, per questo se ne consiglia vivamente la vaccinazione.
Rabbia
Per quanto riguarda la Rabbia si può far riferimento a quella descritta nelle vaccinazioni del cane.
Questo vaccino non è indispensabile in quanto nella nostra zona la Rabbia pare non sia più presente è invece obbligatorio vaccinare il gatto contro la rabbia quando questo viene portato all'estero o in Sardegna, nonché nelle regioni dell'arco alpino, data la possibilità della rabbia silvestre. 
Rinotracheite
Malattia frequente acuta causata da un Herpes virus. Determina starnuti, riniti, congiuntivite, cheratite ulcerativa, febbre e anoressia. Nelle femmine gravide può determinare aborto.
E' di fondamentale importanza la vaccinazione con richiami annuali.
Dati fisiologici del gatto 
Profilassi consigliate 
Filariosi
Dall'inizio della primavera e sino all'autunno inoltrato in molte aree pianeggianti e collinari del nostro Paese si aggirano le zanzare, le quali sono i vettori di un parassita (Dirofilaria) responsabile della patologia denominata filariosi. Questa malattia che qualche anno fa sembrava molto rara nel nostro territorio, da qualche anno, si sta' sempre più diffondendo. Il parassita per svilupparsi deve trascorrere un certo periodo nell'organismo della zanzara, la quale, pungendo il cane gli trasmette l'infestazione. A seconda del tipo di agente eziologico infestante, si può avere una filariosi sottocutanea (Dirofilaria Repens) determinata da prurito, edemi sottocutanei e ulcere e una filariosi ematica (Dirofilaria Immitis) determinata da sindrome cardio-polmonare, anemia, dimagrimento, crisi epilettiche e paresi. La filariosi ematica è più devastante e porta nella maggior parte dei casi a morte. La Dirofilaria immitis è un nematode filiforme, il maschio misura fino a 180 mm e la femmina misura fino a 300 mm entrambi vivono nel cuore destro e nell'arteria polmonare, qui le femmine partoriscono microfilarie sanguinicole che completano il loro sviluppo in un culicide. Nel culicide le microfilarie mutano fino a larve infestanti e raggiungono l'apparato pungitore dell'insetto, questo punge il cane e le larve infestanti passano nei vasi linfatici ed ematici.
Nel cane se la malattia non è ancora conclamata e non sono ancora evidenti i segni clinici, si possono effettuare delle terapie. Esistono oggi dei farmaci che possono prevenire questa malattia. Per prima cosa si deve effettuare un esame del sangue per escludere la presenza del parassita, in quanto le sostanze inoculate andrebbero ad uccidere in modo troppo violento i vermi infestanti creando di conseguenza delle forti ostruzioni dei vasi che porterebbero a morte l'animale.
Il gatto è meno colpito da questa malattia forse perché meno attaccabile dalle zanzare per la sua elevata mobilità. Se però si ammala non esistono ancora terapie e la morte è quasi immediata viste le ridotte dimensioni del suo cuore basterebbe un solo verme per portarlo a morte certa. Per il gatto esistono delle tavolette masticabili particolarmente appetibili per l'animale, da prendersi una volta al mese per il periodo a rischio.
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