SCHEDE DI VALUTAZIONE DEL "RISCHIO"

Il “RISCHIO” è il potenziale effetto negativo sulla Popolazione e/o su infrastrutture
economiche che deriva da processi naturali o da incidenti antropici.
Si calcola come: Rischio = Vulnerabilità x Valore Esposto x Pericolosità

La Vulnerabilità rappresenta la propensione a subire danni (p.es.: bassa in un gruppo di
persone adulte, alta in un gruppo di bambini. bassa in case in cemento armato, alta in edifici
antichi…).

Il Valore Esposto rappresenta il valore economico o il numero di unità di ognuno degli
elementi a rischio in una data area.

La Pericolosità è la probabilità che il fenomeno si verifichi in un dato periodo di tempo e in
una data zona; dipende dalle condizioni fisiche del territorio.

Ciò premesso è chiaro come i danni di un evento catastrofico dipendano dal luogo ove
avvengono, dal numero di persone presenti, dalla loro preparazione.
Esempi: un forte terremoto in area desertica comporta rischio minimo, mentre uno lieve
ma in un’area densamente popolata e con infrastrutture fragili può comportare rischi
elevati; una mareggiata o tromba d’aria su una spiaggia a Ferragosto creerà molte più
vittime che a novembre; un allagamento in una comunità informata e preparata creerà meno
danni che uno inatteso, ecc.

La Pericolosità si può ridurre con interventi e lavori strutturali (per esempio, aumentando la
solidità degli argini fluviali, riducendo l’impermeabilizzazione di un’area, ecc.).
Vulnerabilità e Valore Esposto sono invece destinati a salire negli anni (aumenta la
dipendenza tecnologica delle popolazioni, quindi un guasto le rende “più vulnerabili”; aumentano i
beni mobili e immobili in una determinata zona, quindi un’alluvione oggi creerà più danni che nel
passato, ecc.), ed è deleterio o difficile ridurli.

Il RISCHIO è destinato a CRESCERE nel tempo, poiché anche se riduciamo la pericolosità
di un sito (p.es. scavando canali, rinforzando argini etc.) aumenterà di più la quantità di
beni e infrastrutture esposti al pericolo, magari richiamati proprio dai lavori eseguiti per
diminuire la pericolosità.

Importante quindi aver chiaro che la frase “messa in sicurezza” può ingenerare false
aspettative, perché il “Rischio” sul territorio abitato non è azzerabile, ed è proporzionale al
“tempo di ritorno” di un evento.

Il Piano di Protezione Civile costituisce un’azione “non strutturale” di riduzione della
pericolosità, preparando il territorio e la Popolazione a fronteggiare autonomamente
danni modesti per eventi che eccedano il tempo di ritorno di progetto (messa in sicurezza in
termini relativi, gestione del rischio residuo).

Rischio Sismico

Backout

Rischio meteo  - Neve e Ghiaccio

Rischio meteo - Trombe d'aria - Downburst - Grandinate

Rischio meteo - Temperature estreme

Rischio incidenti stradali 

Rischio industriale - Trasporto merci pericolose - Pipeline

Rischio idraulico - Alluvione e allaggamento

Rischio idropotabile e/o interruzione di servizi a rete

Rischio incendi (civili e infrastrutture)

Rischio ordigni bellici

Rischio Sanitario e Veterinario - Atti terroristici

Rischi chimici e ambientali diversi




 
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