La Viticoltura

Le aziende vitivinicole sono 14 e 1 è anche imbottigliatrice  I vigneti sono coltivati storicamente a spalliera. Forme di coltivazione tradizionale e/o storiche sono Sylvoz (spalliera), capovolto, doppio capovolto. Vitigni coltivati sono il Prosecco, il Marzemino, il Verdiso Zentil e l'incrocio Manzoni 6.013 (pinot Bianco X Risling Renano. La densità delle viti è di n. 2.500 Ha.

Il vigneto storico di Marzemino ha 50 anni d'età ed una superfice di Ha. 0,50. Esso è situato presso la Villa Candiani, Viale degli Alpini, coltivato a spalliera.

Il vino, origine, storia, caratteristiche, curiosità, tradizioni culturali. 
Del vino prodotto nella zona di Refrontolo, Conegliano e dintorni si parla nel documento storico del 6 novembre 1431, nel quale il Doge della Serenissima prega il Podestà di Conegliano Stefano Erizzo, di mandargli il solito carico del buon vino del Feletto.

Delle uve prodotte nella zona si parla nel libretto del 1679 di Giacomo Agostinetti di Cimadolmo "Cento e dieci ricordi che formano il buon fattore di Villa" ove sono citate l'uva Schiava, la Bianchetta gentile, la Pignola, la Lustra, la Cornarola, la Cellina, la Grossara, la Robosina, la Robosazza, la Cincinosa, la Moscardella, la Tocai e la Marzemina bianca regina d'ogni uva. 

Nel 18° secolo vi è stata una decisa decadenza enologica. La straordinaria gelata del 1709 fece morire quasi tutte le viti e la loro sostituzione venne fatta con vitigni più rustici e di minor pregio con una produzione di vino acido, come per esempio il Raboso, che inselvatichì la qualità vinicola. Il commercio di vino inverte perciò rotta e nella zona s'importa il vino buono di altre aree. Solo alla fine del 18° secolo nel Coneglianese e dintorni si ha una ripresa del settore vinicolo il quale trova impulso dall'istituzione, nel 1769, dell'Accademina dell'Agricoltura di Conegliano, sorta dall'Accademia degli Aspiranti del 1603. 
L'accademico Francesco Maria Malvolti (1725-1807, nelle sue relazioni, illustra tra i vini perfetti prodotti nel coneglianese il Marzemino bianco, il Prosecco, il Moscatello, il Malvasia, il Grossaro, e il Piccolit (vitigno originario del Friuli) considerato il miglior vino coneglianese, tanto che nel 1796 ne viene mandato in dono al Re di Francia. Purtroppo non molto più tardi la coltivazione del piccolit scompare a causa della modesta resa e viene soppiantato da altri vitigni primo su tutti dal rinomato Prosecco, riconosciuto come Prosecco D.O.C di Conegliano – Valdobbiadene, piacevole e fine al palato è diventato il preferito e apprezzato in quasi tutto il mondo. 

Nel territorio di Refrontolo, e in poche altre aree confinanti, si è continuato a coltivare con cura anche il Marzemino nero e a farne appassire l'uva per la produzione di un ottimo passito che nel 1978 è entrato nella mostra del vino di Refrontolo come prodotto tipico il quale, con Decreto ministeriale 3 agosto 1993, ha ottenuto l'ambita D.O.C. con la denominazione "Refrontolo Passito".

Il vitigno è quello tipico del Veneto, da dove si è diffuso in altre regioni come il Friuli, il Trentino, la Lombardia e l'Emilia. Lando O., nella sua opera del 1553, indica il Marzemino tra i vini raccomandati. L'uva ha un grappolo lungo, piramidale, acino a buccia sottile e pruinosa di colore blu-nero. La vegetazione è di colore rosso violaceo durante l'autunno. 

Il Marzemino è citato nel Don Giovanni di Mozart, atto II, scena, XV, scritta dal celebre librettista e poeta dei teatri imperiali Lorenzo Da Ponte, originario da Ceneda poco distante da Refrontolo. E' il Da Ponte a far conoscere al Mozart il "nettare gentile" di questa terra. I refrontolesi hanno infatti motivo di credere che il Da Ponte nel celebrare nel Don Giovanni "l'eccellente Marzemino" si riferisca proprio al dolce e profumato Marzemino di questa terra e non al Marzemino secco e corposo del trentino. Per questo Refrontolo rende omaggio al Marzemino e al famoso Mozart con una scultura bronzea dell'artista Carlo Balljana posta vicino al Municipio.

 

 

 
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