Mons. Sebastiano Serena (1882-1959) - Letterato

Tra le personalità ragguardevoli del Comune, nel campo della cultura letteraria, spicca fra tutti la figura eminente di Mons. Sebastiano Serena.

Nato a Borso nel 1882, figlio di artigiani, iniziò gli studi al Ginnasio di Bassano, passando poi al Seminario di Padova, superando anche la media del nove nelle classi liceali. S’iscrisse quindi all’Università Patavina, laureandosi nella Facoltà di Lettere e Filosofia. Con l’avvento della guerra, esercitò il servizio militare come tenente cappellano dal 1915 in poi, congedandosi nel 1919.

Già insegnante nei Collegi Vescovili di Este e di Thiene, lo fu in modo speciale nel Liceo del Seminario.

Il prof. Serena possedeva una memoria eccezionalmente prodigiosa e felice, dimostrando una spiccata inclinazione verso le materie letterarie.

Fu molteplice la sua attività culturale; forbito e brillante conferenziere, curò numerose pubblicazioni edite, collaborando anche con notevoli articoli a “L’Osservatore Romano” e ad altri quotidiani.
In particolare, molto tempo dedicò alle ricerche e documentazioni presso l’Archivio vaticano e il Patriarcato di Venezia per la redazione critica di una nuova biografia di S. Gregorio Barbarigo (Vescovo di Padova), portando a termine (con 538 fogli manoscritti) il primo dei due volumi previsti. Questo non facile lavoro lo assillò e lo tenne occupato per anni, particolarmente nel periodo in cui fu direttore e bibliotecario del Seminario, incarico che ricoprì con impegno dal 1931 al 1949.

Delle lingue classiche possedeva una conoscenza precisa e vastissima, dimostrando un’indiscutibile competenza ed innato buon gusto. Completò il monumentale Onomasticon totius latinitatis di Alfredo Forcellini. Curò altre 40 pubblicazioni.

Nominato Canonico Onorario della Cattedrale, fu anche membro della Deputazione di Storia Patria per le Venezie e dell’Accademia Patavina di Scienze Lettere e Arti.

Insidiato da inesorabile morbo, si spense a Padova, a 77 anni non compiuti.

Un gruppo di “Amici” padovani, legati a lui da vincoli di affetto e di riconoscenza, vollero offrire a Borso, nel decennio della sua morte, accanto alla casa natale, una stele di marmo con medaglione in bronzo, quale degna memoria dell’illustre Concittadino.
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