Dal periodo dello Stato Pontificio alla Rivoluzione Francese

Il 1600 fu un secolo importante per tutto il territorio traspadano. Il marchese Enzo Bentivoglio, nel 1609,  ottenne l’autorizzazione papale ad attuare una Bonifica speculativa adducendo motivi di utilità pubblica ( prosciugamento di terre). Nonostante la contestazione dei possidenti del luogo, l’opera bonificatoria fu portata a compimento nel 1618: rappresentò l’evento storico- ambientale determinante la rivitalizzazione di tutta la zona.
Massa all’epoca era un borgo di 600 anime.
 Nel 1630 fu investito dall’epidemia di peste che toccò la sua massima virulenza nel mese di agosto e proseguì nei mesi successivi. Il Convento di San Martino, in tale drammatico contesto, divenne punto di riferimento sociale e spirituale. La pestilenza decimò un’intera generazione .

Due decenni dopo il flagello pestilenziale, cominciò la ripresa socio- economica. Intere famiglie arrivarono dagli Stati confinanti attratte dalla publicizzazione delle esenzioni fiscali nella conduzione delle terre. I terreni furono coltivati in maniera intensiva.
Una relazione conventuale del 1655 fotografa la situazione socio – economica di Massa a metà del secolo:
“…Massa è una Villa Ferrarese assai popolosa, vi risiedono moltissimi signori, che a causa della loro condizione sono divisi tra di loro, ricchi mercanti della Diocesi ferrarese e dello stesso territorio; vicino al Po e fra alcune case, in una strada è situato tale convento. La chiesa è a tre navate, abbastanza urbana, cioè ben curata e molto giovevole alla popolazione. In essa si trovano il Coro, l’Organo, il Campanile, il Sacrario dei paramenti  sacri…e la “Confratrie”( Confraternita) dei Corriggiaii (fabbricanti di strisce di cuoio)…”
Il paese che all’inizio del secolo contava poche centinaia di anime, nel 1674 arrivò a 4000 abitanti, compresi quelli di Castelnovo e Marola – Pio.
Si ampliò, così, la chiesa parrocchiale che, nell’arco di quasi un secolo, si  era ridotta ad  uno stato fatiscente. Fu edificato il campanile, fu ordinata, secondo criteri voluti dal parroco, una campana grande (tuttora funzionante), sistemati gli altari. Si costruirono dimore per nobili e possidenti, i contadini continuarono ad abitare in casoni o case costruite con materiale povero.
Il 4 novembre 1682, il Cardinale Acciaioli autorizzò lo svolgimento di un mercato settimanale fissandolo nella giornata di sabato. Un traguardo significante commercio, autonomia, sviluppo. In segno di pubblico ringraziamento, i massesi posero una lapide commemorativa sulla facciata di un  edificio della Piazza, attualmente al numero civico 53.
In  località Camatte esisteva un Oratorio dedicato ai S.S.Rocco e Sebastiano. Nel 1688 di fronte a questo, ormai cadente, ne fu riedificato un altro,  inserito nella tenuta dei Marchesi Crispi Manfredi di Montaldo, denominato “Crispo”.
 L’Oratorio rispecchiante lo stile architettonico del’600, nel tempo ha subito cambi di proprietari, fino a giungere al degrado. Attualmente è stato messo in sicurezza. La facciata è ornata da quattro colonne e da un Crocefisso sorretto da una sfera di marmo. Nella cella campanaria del piccolo campanile si trovano ancora due piccole campane scampate al degrado. Al suo interno, sull’arco di volta della piccola abside si è salvata  una lapide con un’invocazione: “Si irrurerit pestilentia, clamabimus exaudes, salvosque facies” ( Se dovesse irrompere la pestilenza, esaudisci coloro che ti invocano e salvali). Testimonianza di quanto l’epidemia, dopo tanti anni, fosse ancora stampata nella memoria collettiva.
Castello CNovo SivieriDisegno a china del Castello di Bariano realizzato dal pittore castelmassese Amedeo Sivieri ( 1922 - 2005 ) tratto dall'originale regalato dall' Abate Giuseppe Bellini alla fine 1800 alla chiesa di Santo Stefano. Alla fine degli anni cinquanta del '900 il quadro purtroppo fu rubato.

1700 In questo secolo Massa divenne  una comunità organizzata. Le istituzioni svolsero compiti diversi. La Parrocchia curava la pastorale e registrava la situazione demografica. Il Consiglio dei Savi (organo periferico con compiti contabili, di controllo, burocratici) amministrava  i beni pubblici. Le “Opere Pie”intervenivano, secondo le loro modeste possibilità, nei settori più trascurati: l’istruzione e la sanità. Il Convento qualificava il paese per la cultura, accessibile ad un ristrettissimo numero di persone.
Nel 1778, una relazione sullo “ Stato delle Anime” riporta la situazione demografica di Massa Superiore: 810 le famiglie, 4207 gli abitanti.
Con il Catasto Carafa del 1779, ogni “Villa o Parrocchia”  venne “fotografata”. Si registrarono località, strade, ponti,scoli, fossi, confini. In una delle mappe si distinguono i due poli religiosi – sociali del paese: la Chiesa di S. Stefano con la piazza antistante e il nucleo di case costituenti l’antico centro, le costruzioni sparse, le pochissime strade, le fosse di scolo con i relativi  ponti e il Convento di San Martino con chiesa , piazzale, botteghe.
Il logo del paese, diverso da tutti gli altri della Traspadana, era un logo tipicamente conventuale, testimoniante l’importanza assunta dalla comunità monastica diventata un centro di studio e spiritualità.

1789:  Rivoluzione Francese. A Ferrara i Francesi arrivarono nel 1796. I territori della striscia traspadana furono incorporati nella Repubblica Cisalpina. I francesi e le nuove autorità non incontrarono il favore della gente, soprattutto nelle campagne dove la vita peggiorò  gravata da nuove tasse che, purtroppo, ogni guerra richiede.
 Anche nel territorio Traspadano si verificarono “insorgenze”. Marzo 1799 “…i  primi austriaci a seguito delle sconfitte napoleoniche, giungono sulla riva sinistra del Po. Gli abitanti dei territori veneti annessi al Dipartimento del Basso Po( Fiesso,Trecenta, Ficarolo, Massa Superiore) insorgono contro i Francesi e l’insorgenza accompagna l’avanzata delle truppe austriache…”.  Nel 1800  gli austriaci vennero sconfitti a Marengo dall’esercito napoleonico. Un anno dopo,  nel 1801,  i francesi rioccuparono Ferrara. Il convento, già precedentemente  soppresso, venne demolito poco per volta. Non rimase nemmeno una pietra. Dopo vari eventi bellici,  si giunse alla sconfitta di Napoleone.
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