Dalla Dominazione Austriaca al Nuovo Regno d'Italia

Nel Congresso di Vienna del 1814- 15  le potenze vincitrici, nella ridefinizione dei piccoli stati regionali, riscrissero la geografia: il fiume Po, per ragioni di sicurezza, divenne una linea naturale di confine. I paesi della riva sinistra del fiume, dopo secoli, cessarono l’appartenenza all’area ferrarese. La Provincia del Polesine fu divisa in sette Distretti.  Il Distretto di Massa Superiore  comprendeva altri paesi: San Pietro in Valle,  Castelnovo Bariano,  Bergantino,  Melara,  Calto.
Si troncò una storia antichissima. Fu cambiato il logo di Massa, si attuò il passaggio dalla Diocesi di Ferrara a quella di Adria – Rovigo (1816- 1822) che alimentò il disagio della popolazione .
 Gli Austriaci non furono benigni.. La gente mal li sopportava.
 Nel 1830, in seguito ad una restauro all’ interno della chiesa “…Sua Altezza Imperiale Serenissima Raniero  Arciduca D’Austria Viceré del Regno Lombardo- Veneto…” effettuò  una visita a Massa Superiore. Per l’occasione “… a dieci tra le più povere fanciulle del paese…” vennero donati pochi fiorini “…per la loro dote…”.  Una mancia che non mutò l’atteggiamento verso i nuovi dominatori.    
I massesi aderirono ai primi  movimenti risorgimentali.  Il paese fu punito. Nel 1848  Massa Superiore fu privata dei territori di Castelnovo Bariano e San Pietro in Valle che divennero comuni autonomi. Molti con la complicità dei traghettatori del grande fiume, espatriarono, alcuni seguirono Garibaldi nelle sue spedizioni. Ben sessantadue furono i massesi che parteciparono alle tre  guerre d’indipendenza.
Verso la metà dell’800 l’antico castello fu demolito poco per volta. Scomparve, così, un’altra antica  testimonianza.
Gli oppressori non attuarono interventi idraulici: Massa rimase con le sue fosse, i suoi gorghi naturali (anche in pieno centro), i suoi canali piccoli e grandi, la sua atavica povertà. Emerse solo l’opprimente regime poliziesco.
torna all'inizio del contenuto